I borghi nascosti delle Cinque Terre

5 meravigliosi scorci da scoprire lontano dalle mete turistiche

by chiara@rescomunicazione.it

 

Nel lembo di terra che unisce il golfo dei Poeti con il golfo delle Cinque Terre, su quella costa che da Portovenere arriva fino a Riomaggiore, delimitata ad ovest da Punta Merlino e ad est da Punta Persico, si nascondono cinque minuscoli borghi appesi sul mare, che prendono il nome di Tramonti: Persico, Navone, Schiara, Monesteroli e Fossola.

Sono loro le cinque terre del versante spezzino, ostili a quei turisti che riempiono entusiasti i vagoni da Riomaggiore a Monterosso. Dimenticatevi delle strade asfaltate, per scoprire queste perle abbarbicate sulle alte coste, armatevi di pazienza, la fatica dei piedi presto si farà sentire.

Scalinate che si tuffano nel mare, terra arida trasformata dalle mani dei vecchi contadini in terreno coltivabile, pedinato da lunghe schiere di muretti a secco in arenaria, a cornice di una macchia mediterranea rigogliosa.

Questi luoghi sembrano essere stati sottratti al progredire del tempo, imbalsamati in un attimo indefinibile. Qui un tempo, gli abitanti delle vicine Biassa e Campiglia, costruirono le prime cantine e le prime baracche per i pescatori. Si fermavano qui soltanto durante qualche periodo dell’anno, per riposarsi dal duro lavoro.

Provate a togliere da Riomaggiore tutti i ristoranti e le boutique, le gelaterie ed i bar che fanno aperitivo, tutte le strade carrabili, eliminate i treni ed i turisti, tornate indietro a quando le Cinque Terre erano ancora un luogo incontaminato e potrete capire che aria si respira a Tramonti, nelle Cinque Terre nascoste.

Meraviglia tra tutte è Monesteroli, con i tetti bassi delle case, sospesa su quel mare che l’ha cresciuta, cullata e protetta dalla furia del tempo, troppo spesso ignorata a causa del suo “isolamento verticale”. I pochi abitanti dicono che il nome derivi da alcuni monaci che trascorsero in queste terre il loro eremitaggio, o forse da Menesteo, l’Ulisse, che tornando dalla guerra di Troia, riposò le membra su queste coste.

Il verde si fonde perfettamente con la roccia. Di pietra sono le ardesie, i muretti, le vie, le cantine, le fonti, le scale, proprio nella roccia l’uomo ha tatuato la sua orma, ha lasciato memoria leggera del suo passaggio sulla terra vergine.

Gradino per gradino, la discesa cede il passo al tremore delle gambe, mentre gli occhi si posano sull’orizzonte penso ammirando la sconfinata bellezza del mare.

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